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EP.1 Una masterclass del controluce.
Guarda il video completo di analisi
Sono un po’ fissato con le blueprint, identificare il processo che viene usato, da quelli più bravi di noi per creare, in questo caso, un’immagine cinematica ed accattivante.
La luce è lo strumento artistico del cinematografo. La luce è tutto.
Se riesci ad identificare come vengono illuminate le scene che ti ispirano, potrai replicare, almeno in parte.
Come prima newsletter voglio analizzare questa pubblicità, un po’ vecchia, ma girata davvero bene dal punto di vista del direttore della fotografia. E’ una piccola masterclass del contro luce. Premetto che non l’ho girata io, e se parlo come se fossi stato li è semplicemente perché mi piace immaginare di esserci stato. Mi piace molto il lavoro che hanno fatto, e voglio studiare come hanno fatto ad illuminare le scene e controllare la luce.
Partiamo da questo grandangolo:
Controluce. Il sole è appena fuori dall’immagine. Non vogliamo avere il sole direttamente nell’immagine se possibile, altrimenti sarà impossibile bilanciare l’esposizione del lato in ombra con il lato al sole.
In questo wide non ci sono riflettori o diffusori. Solo inquadratura giusta all’ora giusta.
Con il sole diretto sui nostri soggetti si creano tutti questi contorni luminosi su persone, bambini e caschi. Aiutano molto a separare e dare tridimensionalità all’immagine.
Da notare come l’inquadratura è rivolta verso le piante, zona all’ombra e scura, per far risaltare ancora di più il contrasto tra luci ed ombre.
Per dare profondità all’immagine l’inquadratura va verso l’orizzonte. La strada è in un angolo dell’immagine, in diagonale e non perfettamente perpendicolare al punto di vista.
Adesso se ci immaginiamo di girare la scena, per vedere il volto dei bambini nelle macchinine, ci immaginiamo di trovarli con una luce diretta e forte sul viso.
La magia del cinema. La luce dovrebbe essere diretta e molto contrastata, invece è soffusa. A destra, appena fuori dall’inquadratura, c’è un diffusore che rende la luce soffusa ed ammorbidisce le ombre. Se notiamo la persona inginocchiata sullo sfondo a destra, possiamo vedere la differenza. Quella è luce diretta, ombre nette e scure.
Per creare tridimensionalità ed interesse con giochi di chiaro scuro, a sinistra c’è quasi certamente un neg fill, praticamente un telo nero. Se non ci fosse il neg fill, il diffusore avrebbe riflesso luce un pò ovunque, fasciando quindi molto di più l’ attore e rendendo tutto molto piatto. Per creare ombra su un lato del viso, va usato un neg fill.
Quindi da queste prime due scene possiamo già imparare che nei grandangoli, una luce forte e diretta verso la telecamera, dietro al nostro soggetto, è un ottima tecnica. In ogni caso ma sopratutto nei close-ups, avere una luce diretta, dietro la telecamera, che illumina il nostro soggetto non è la via da seguire per un look cinematico. Dobbiamo assolutamente renderla soffusa e se possibile aggiungere neg fill per creare ombra dal lato della telecamera.
Analizziamo i wide, i grandangoli in movimento durante la gara:
Anche qui siamo contro luce, ma se scorriamo le scene, quando le macchinine sono inquadrate da dietro siamo controluce, dal fianco, ancora controluce. La luce dovrebbe essere dritta in faccia ma è sempre controluce. In questo caso completamente sul fianco destro della ragazzina.
Oltretutto notiamo come la scelta di, ancora una volta, filmare verso una collina all’ombra, permetta di creare ombra luce – ombra luce e far risaltare la macchinina ed il casco in una maniera eccezionale.
I dettagli che preferisco. I close-ups e dettagli dei bambini che guidano. Durante la gara, praticamente dalla prima scena in poi, i dettagli sono quasi sempre controluce, anche se la luce dovrebbe essere sul fianco destro della ragazzina o dritta in volto.
Finché guardiamo la pubblicità, non ci accorgiamo che il sole non dovrebbe essere dietro. Non importa se ci siamo girati, quello che importa è creare sempre delle riprese con la luce migliore.
Il sole è dietro il soggetto, soffuso con un diffusore sopra la ragazzina, e per vedere qualcosa da questo lato c’è sicuramente un bounce, un riflettore a destra. Infatti a sinistra, sul volto, c’è ombra. Se avessimo messo due riflettori l’immagine risulterebbe molto piatta.
Ed ecco il tocco finale. Questo è super cinematico. Ancora controluce, un diffusore sopra i nostri soggetti per ammorbidire la luce sulla bambina e sul viso.
Se non ci fosse un diffusore sarebbe impossibile vedere i dettagli dal lato in ombra. Il lato al sole, sul viso e sui capelli, sarebbe troppo luminoso. Con un diffusore non solo si regola ed ingrandisce la fonte di luce, creando una penombra e luce soffusa sui nostri attori, ma si diminuisce anche l’intensità della luce rendendo la differenza tra luci ed ombre meno pronunciata.
Poi usiamo un riflettore, e da notare, un dettaglio fondamentale, messo tra i soggetti ed il sole per portare la luce un pò attorno ma senza rovinare completamente l’atmosfera cinematica. Se mettessimo il riflettore tra la telecamera e i soggetti, avremmo creato un’immagine innaturale, e molto piatta.
Questo è proprio da manuale dell’upstage lighting. Praticamente vogliamo sempre posizionarci con la telecamera dal lato in ombra e non avere mai la sorgente di luce tra noi ed il nostro soggetto o alle nostre spalle.
Insomma oggi abbiamo visto che se siamo all’aperto il sole comanda, ed è sempre meglio tenerlo di fronte alla telecamera e non alle nostre spalle. Non importa se dobbiamo girare i nostri attori per filmare i close-ups. Specialmente se è un video con azione e tagli rapidi, non se ne accorgerà nessuno e l’effetto sarà super cinematico. Controluce, controluce, controluce!Insomma oggi abbiamo visto che se siamo all’aperto il sole comanda, ed è sempre meglio tenerlo di fronte alla telecamera e non alle nostre spalle. Non importa se dobbiamo girare i nostri attori per filmare i close-ups. Specialmente se è un video con azione e tagli rapidi, non se ne accorgerà nessuno e l’effetto sarà super cinematico.
Controluce, controluce, controluce!